Tavole per "I Promessi Sposi" Edizioni della Torre Cagliari 1999
da "La vita e le opere"
... Nella sua esigenza di ulteriori approfondimenti tecnici e culturali, nel 1938 iniziò a frequentare a Roma lo studio di Ferruccio Ferrazzi, pittore e decoratore di fama nazionale, Accademico di S.Luca e poi Accademico d'Italia, "in modo di combinare - come ci dice C.A. Petrucci - alle doti di facilità compositiva e alla certezza formale lo studio della tecnica dell'affresco".
Questi studi sulla decorazione e sull'affresco trovarono la possibilità di essere ben presto
applicati, quando nel 1939 l'artista ricevette dall'ing. Guido Zoccheddu la commissione per la decorazione pittorica della Cappella del Centro Traumatologico di Iglesias. Appartengono quindi agli anni 1939/40 i garbati e deliziosi bozzetti di soggetto religioso: Nascita di Maria; presentazione di Maria al tempio; Matrimonio della Vergine; Annunciazione; Visita a S. Elisabetta; Natività; Presentazione al tempio; Adorazione dei Magi; Dormitio Virginis, realizzati con equilibrio compositivo e armoniosa leggerezza di toni e di ritmi.
Questo lavoro che tanto la entusiasmò nella fase ideativa e compositiva dei nove bozzetti, divenne però, purtroppo, la sua grande delusione perché a causa della guerra i lavori della
cappella furono sospesi e la decorazione non poté essere eseguita.
I familiari mi hanno riferito della gioia provata dall'artista per la commissione di Iglesias; penso che forse, oltre alla soddisfazione di potersi esprimere "in grande" in un'opera di affresco, ci può essere stata anche quella di poter ritornare, dopo tanta austerità del bianco e nero, alla letizia del colore. Tenui, leggere, fresche e tenere, gioiosamente primaverili sono infatti le tonalità dei Misteri gaudiosi - infanzia di Maria e di Gesù -per la cappella di Iglesias. Ma fu l'ultimo fuoco d'artificio gioioso. Era intanto scoppiata la II Guerra Mondiale e le previsioni delle lotte tra uomini in possesso di mezzi tecnici micidiali erano sempre più terribili e terrorizzanti. Siamo negli anni
'40/41. Fu allora che nacquero tre opere in bianco e nero altamente drammatiche: Le Tavole della Legge, Il Terrore e Lotta di temperamenti, le ultime della sua produzione artistica.
Nelle Tavole della Legge (1940/41 acquaforte) viene rappresentata la contrapposizione tra la misericordia di Dio e il tradimento del popolo di "dura cervice" con l'adorazione del vitello d'oro. Anna Marongiu è stata in genere un'attenta interprete del momento che l'umanità viveva e questa'opera si può considerare un commento amaro e doloroso alla realtà storica a lei contemporanea.
Il terrore e Lotta di temperamenti (incompiuta) sono realizzate entrambe con la tecnica del bulino. Nel Terrore (1940) animali giganti agiscono sull'uomo ed hanno
certamente una valenza simbolica: espressione delle agressività bestiali che l'umanità deve subire nella vita con lo stravolgimento di ogni cosa.
E' un'opera profetica: la previsione di ciò che stava per avvenire in guerra nello scontro di forze impari. Come, purtroppo, sarebbe avvenuto. Nella Lotta di temperamenti (1941) i protagonisti sono uomini-animale, o meglio uomini con la testa di animale: uomini-leone, uomini-asino, maiale, volpe, coniglio ecc., che lottano fra loro, che non si risparmiano colpi a vicenda, che hanno pose e atteggiamenti sconci, feroci, scomposti: espressioni di una umanità degradata e deprecabile. E' un'opera amarissima, sconsolata, che si potrebbe leggere in chiave sarcastica se non prevalessero
lo sgomento e la drammaticità. Anna aveva mostrato al maestro Petrucci il rame ancora in fattura, ricevendone piena approvazione: "la mia lode sincera - scrisse Petrucci - le illuminò il volto non facile al sorriso. Ella infatti nascondeva di solito la sua ricchezza spirituale sotto un velo di malinconia ....".