In mostra le illustrazioni di Anna Marongiu Pernis
A Cagliari un omaggio all'artista scomparsa nel 1941
Daniela Paba
Una biografia breve e luminosa, il tratto lineare come la trama leggera dei fili, una fantasia che corre libera e, partendo dalla realtà, la oltrepassa, sfiorando tutte le correnti del Novecento. C'è tutto un mondo femminile racchiuso nella mostra «Sogno di una notte d'estate» dedicata all'opera di Anna Marongiu Pernis, allestita a cura di Giorgio Pellegrini nelle sale della Cittadella dalla Soroptimist International Club di Cagliari e aperta sino a domenica.
E solo il silenzio che circonda l'arte delle donne e una vita spezzata a 34 anni, nel 1941, mentre già infuriava la guerra, giustificano la scarsa notorietà di Anna Marongiu Pernis, artista che visse tra Cagliari e Roma, dedicandosi all'illustrazione e all'incisione, allieva di Umberto Coromaldi e quindi di Carlo Alberto Petrucci, direttore della Calcografia Nazionale. Un talento evidente la portò a Roma, incoraggiata da Melis Marini, per completare una formazione che la mise in contatto con le avanguardie. Complice la parentela con Giuseppe Capponi, frequentò il circolo di architetti e artisti di cui fecero parte Piacentini, Nervi e Giò Ponti, uscendo dalle mura del convento di suore dove alloggiava, frequentando i teatri e via Margutta.
Anna Marongiu lavorava moltissimo e nelle sue opere ritornano rari silenzi, un'ironia delicata e profonda, un'esuberanza vitale che riverbera sui paesaggi, sulle illustrazioni decò, sui temi mitologici, sulle vedute cittadine. Arte e natura s'incontrano in un segno che non conosce esitazione, sin dalle prime le vedute che riportano le vacanze in campagna sulle colline di San Gregorio. La mostra si chiude sulle vedute di Cagliari, realizzate per l'amica Laura Pasini, cantante lirica: incisioni straordinarie perché uniscono al pregio artistico l'alto valore documentario. La guerra ha portato via questa donna che col bulino ne ha mostrato l'orrore, e tuttavia non ha rinunciato a viaggiare oltremare con le sue lastre di rame. Le bombe hanno sventrato la sua casa in viale regina Elena e gli sciacalli hanno portato via le lastre che ritraggono la città, le uniche che mancano per ridare voce al silenzio.